In questo testo inedito, scritto in occasione della laurea honoris causa ricevuta dall’Università di Parma nel 2014, Bernardo Bertolucci ricostruisce la sua autobiografia artistica, tra cinema e memorie private. Pagine di sfolgorante e semplice grazia, ritrovate dalla moglie Clare Peploe e da Michele Guerra, in cui il regista premio Oscar, autore di capolavori acclamati in tutto il mondo, fa luce su se stesso, sulla propria personalità, sulla propria arte. A partire dall’infanzia in un’Emilia di provincia che non sarà mai dimenticata, educato alla bellezza e alla poesia dal padre poeta Attilio. Poi l’incontro da predestinato con la macchina da presa: i primi esperimenti da ragazzo, la vicinanza con Pasolini e Moravia, la scoperta di Godard e della Nouvelle Vague francese. E ancora i ricordi intimi di famiglia, nelle valli sperdute di Casarola, i luoghi vicini da cui partire per esplorazioni esotiche, la fatica di emergere convincendo i produttori, l’orgoglio di essere invitato e premiato dai festival più importanti: al centro, come uno specchio attraverso cui guardare il mondo, la seduzione e il mistero del suo cinema.
Bernardo Bertolucci (1941-2018), figlio del poeta Attilio, nasce a Parma e nel 1952 si trasferisce a Roma con la famiglia. Si iscrive alla facoltà di Lettere alla Sapienza di Roma, ma non termina l’università per iniziare l’attività cinematografica come aiuto regista di Pasolini in
Accattone. Nel 1962 gira il suo primo lungometraggio,
La commare secca, su soggetto e sceneggiatura dello stesso Pasolini. Nel 1964 presenta al Festival di Cannes
Prima della rivoluzione, che riscuote un grande successo in Francia e lo afferma come il seguace italiano della Nouvelle Vague. Nel 1967 firma il documentario
La via del petrolio. Nel 1968 esce
Partner, seguito da
Strategia del ragno (1970),
Il conformista (1970, dall’omonimo romanzo di Moravia) e
Ultimo tango a Parigi (1972), che gli varrà un lungo processo per “offesa al comune senso del pudore”. È la consacrazione mondiale di una carriera che proseguirà con grandi successi di critica e pubblico, come
Novecento (1976),
La luna (1979),
La tragedia di un uomo ridicolo (1981),
L’ultimo Imperatore (1987, vincitore di 9 premi Oscar e 4 Golden Globe),
Il tè nel deserto (1990),
Piccolo Buddha (1993),
Io ballo da sola (1996),
L’assedio (1998),
The Dreamers – I sognatori (2003),
Io e te (2012). Nel 1997 ha ricevuto il Pardo d’onore al Festival di Locarno, nel 2007 il Leone d’oro speciale alla Mostra del Cinema di Venezia, nel 2011 la Palma d’oro alla carriera al Festival di Cannes e nel 2012 il premio EFA alla carriera.