Se l’Italia è una Repubblica fondata sulla bellezza, come è stato recentemente proposto in Parlamento, non c’è dubbio che l’abitudine al bello – e a un patrimonio artistico e culturale che non ha eguali nel mondo – sia il vero elemento unificante degli italiani, e come tale si rifletta nel testo della Costituzione promulgata nel 1948.
Michele Ainis e Vittorio Sgarbi compongono un inedito commento letterario e illustrato alla nostra Costituzione in sedici capitoli, uno per ciascuno dei dodici princìpi fondamentali e dei quattro titoli in cui s’articola la prima parte della Carta.
Un incontro che rivela la bellezza di un documento a cui contribuirono intellettuali come Croce, Marchesi, Calamandrei, capaci di esprimere, nel rigore della forma, un’altissima sensibilità letteraria. Questo “paesaggio umano e naturale”, che affiora tra gli articoli e i commi della Costituzione, esprime nella forma più riuscita la corrispondenza tra il diritto e i cittadini: noi stessi, posti davanti allo specchio della legge, potremmo riconoscervi molto della nostra eredità, e scoprirci più ricchi di quanto immaginiamo.
Alla bellezza del testo della Carta, testimoniata dalla sua longevità, questo libro affianca un tesoro di riferimenti, assonanze, simmetrie, tratti dalle diverse arti e ispirati ai princìpi costituzionali: suggerimenti di lettura che illuminano la vitalità e l’attualità del testo della Costituzione, un monumento da preservare come parte del nostro immenso patrimonio culturale.
La Costituzione e la Bellezza è un intreccio sorprendente tra arte, diritto e letteratura, che si legge come un’appassionata storia della bellezza d’Italia.
Michele Ainis è fra i più noti costituzionalisti italiani. Scrive su “Repubblica”. Dal 2016 è membro dell’Antitrust. Fra i suoi ultimi volumi:
Privilegium (2012),
Le parole della Costituzione (2014),
La piccola eguaglianza (2015),
L’umor nero (2015). Per La nave di Teseo ha pubblicato
La Costituzione e la Bellezza (con Vittorio Sgarbi, 2016),
Il regno dell’Uroboro (2018),
Demofollia (2019),
Presidenti d'Italia. Atlante di un vizio nazionale (2022) e i romanzi
Risa (2018) e
Disordini (2021).
Vittorio Sgarbi è nato a Ferrara. Critico e storico dell’arte, professore ordinario di Storia dell’arte, accademico di San Luca, ha curato mostre in Italia e all’estero. È sottosegretario alla Cultura, prosindaco di Urbino, presidente del MART di Rovereto, presidente della Fondazione Canova di Possagno, presidente di Ferrara Arte, commissario per le arti di Codogno, presidente del MAG – Museo dell’Alto Garda e presidente della Fondazione Cavallini Sgarbi che conserva le sue opere. Nel 2011 ha diretto il Padiglione Italia per la 54a Biennale d’Arte di Venezia. La serie di volumi dedicata al Tesoro d’Italia, una storia e geografia dell’arte italiana, comprende
Il tesoro d’Italia. La lunga avventura dell’arte (2013),
Gli anni delle meraviglie. Da Piero della Francesca a Pontormo (2014),
Dal cielo alla terra. Da Michelangelo a Caravaggio (2015),
Dall’ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo (2016),
Dal mito alla favola bella. Da Canaletto a Boldini (2017),
Il Novecento. Volume I: dal Futurismo al Neorealismo (2018),
Il Novecento. Volume II: da Lucio Fontana a Piero Guccione (2019). Tra le sue pubblicazioni più recenti,
La Costituzione e la Bellezza (con Michele Ainis, 2016),
Leonardo. Il genio dell’imperfezione (2019),
Caravaggio. Il punto di vista del cavallo (nuova edizione 2021),
Ecce Caravaggio. Da Roberto Longhi a oggi (2021),
Raffaello. Un Dio mortale (2022),
Canova e la bella amata (2022),
Roma (nuova edizione 2022).