Il successo. Questa è la stella polare che orienta le vite di Stelio e Angiòla, che sono qualcosa di più di una coppia e forse anche di una famiglia. Lui è un architetto visionario, lei il suo perfetto completamento. Sono megalomani, fragili e sempre in equilibrio. Almeno fino a che il sogno diventa realtà e l’architetto cinquantenne si trasforma improvvisamente in una star internazionale. Intorno a loro, prima di loro e dopo di loro, i frammenti scomposti di una famiglia che attraversa il Novecento ed esplode nel nuovo millennio. In una villa della cintura romana, nell’Eritrea italianizzata, in un appartamento nel cuore del Marais, nella Venezia nebbiosa dei primi anni settanta e nella platea del vorticoso congresso del Partito socialista del 1989, si diramano i destini dei personaggi di questo romanzo. Anita, la primogenita priva di talenti e ambizioni evidenti, il fratello Tullio, fumettista in costante blocco creativo e schiacciato dal peso della famiglia, la sorella Olivia, efebica, caparbia, incapace di realizzare il suo sogno di diventare una campionessa di tennis. E poi i genitori, gli zii, i compagni di sempre.
Lucio Pellegrini racconta la storia di una famiglia borghese in un inferno di aspirazioni, incapacità, invidie e tradimenti, a cavallo fra gli anni di Tangentopoli e gli ultimi fuochi di un “secolo breve” che ha prodotto, quali figli di un Dio minore, generazioni tiepide se non già perse.