Lettere e biglietti

Lettere e biglietti ci offre una nuova voce di Goliarda Sapienza, dopo quella dei romanzi autobiografici, dell’Arte della gioia e dei Taccuini. Sapienza scriveva lettere anche lunghissime, magari il giorno stesso di un incontro, col fine di chiarire quanto neppure una conversazione a quattr’occhi potesse farle sperare: credeva nella forza del documento scritto e prima di inviarlo ne faceva sempre una copia. Su questi testi si basa questa raccolta inedita, che copre un arco di più di quarant’anni del Novecento, dagli anni cinquanta fino a qualche mese prima della morte, avvenuta nel 1996. La scelta delle lettere racconta momenti cruciali dell’esistenza e del pensiero dell’autrice, soprattutto i legami con le persone che più hanno contato nella sua vita (Citto Maselli, Luchino Visconti, Attilio Bertolucci, Sandro Pertini, Munevver Hikmet, Marta Marzotto e molti altri), in una corrispondenza epistolare attraverso cui leggere il romanzo della vita di Goliarda Sapienza.




Goliarda Sapienza

Goliarda Sapienza nacque a Catania da famiglia socialista rivoluzionaria. A partire dai diciassette anni visse a Roma, dove studiò all’Accademia di Arte Drammatica. Negli anni Cinquanta e Sessanta recitò come attrice di teatro e di cinema lavorando, tra gli altri, con Luchino Visconti (in Senso), Alessandro Blasetti e Citto Maselli. Al suo primo romanzo, Lettera aperta (1967), seguirono Il lo di mezzogiorno (1969), L’Università di Rebibbia (1983), Le certezze del dubbio (1987) e, postumi, L’arte della gioia (1998, 2008 e 2009), Destino coatto (2002), Io, Jean Gabin (2010), Il vizio di parlare a me stessa (2011), La mia parte di gioia (2013), le raccolte poetiche Siciliane (2012) e Ancestrale (2013), Elogio del bar (2014), Tre pièces (2014) e il romanzo Appuntamento a Positano (2015). In suo nome è stato istituito il premio letterario Goliarda Sapienza “Racconti dal carcere”.