Prefazione di Davide Rondoni.
Le poesie hanno accompagnato per quasi cinquant’anni l’attività di Giovanni Gastel, uno dei più grandi fotografi del nostro tempo. Così come le sue immagini sono state capaci di mostrare un’umanità intima, multiforme e chiaroscurale, i suoi componimenti – scritti tra gli anni ’70 e il 2020 – svelano la quotidiana riflessione dell’autore, oltre la fretta del contingente, oltre la patina luccicante di impegni, viaggi, riconoscimenti, per estrarre la sostanza più inquieta e pulsante dell’Io: le parole di Gastel – limpide, ricorrenti, parsimoniose – ci conducono nei suoi percorsi interiori e disegnano il ritratto sentimentale di un uomo che coltiva fin da giovane uno sguardo attento, malinconico ed emozionato verso l’umanità, la natura, il trascendente. Raccontando con delicatezza e struggimento amori che arrivano e sostano e spezzano, mancanze e memorie infantili, sogni di giovinezza e paure più mature, Gastel affronta i temi principali di ogni vita: ciò che ferisce, ciò in cui crediamo, ciò che ci terrorizza, ciò che è stato e non è più. Una raccolta che ricostruisce come un uomo, che ha spesso raccontato gli altri attraverso l’immagine, abbia trovato nella parola poetica il luogo forse più preciso, luminoso e accogliente per dire di sé.
“Viveva altrove Giovanni, e lì è rimasto: in quel mondo ideale dove stanno i buoni e i giusti. Di lì oggi ci scrive.”
Vittorio Sgarbi