Un contadino sospettoso ai limiti della nevrosi, un uomo vecchio e stanco che si abbandona alle poche parole gentili di una ragazza su un treno, un ragazzino geloso della cugina più grande cui è stato affidato. E poi un “idilliaco” villaggio di montagna in cui si verificano misteriosi suicidi, interminabili pomeriggi di pioggia affogati nell’alcol e in avventure erotico-sentimentali
senza pretese…
In questo volume, premio Strega 1955, che prende il titolo dal ventiduesimo racconto della raccolta, Giovanni Comisso rappresenta con sguardo disincantato e anticonformista un microcosmo, un’umanità presa dalla strada, le sue ambizioni raramente soddisfatte, la fatica del vivere e gli inaspettati momenti di felicità.
Dopo Gioventù che muore e Gente di mare, continua la ripubblicazione dell’opera di Giovanni Comisso a cura di Paolo Di Paolo.
“I personaggi, rubati al vero dal poeta-reporter in un’Italia ancora contadina del secondo dopoguerra, entrano – camuffati, anonimi – in quadri di quotidianità in cui lampeggia quasi sempre un dettaglio allarmante. Il carattere dei luoghi, la loro anima hanno qualcosa di magico e calamitante.”
Paolo Di Paolo