Claudio Magris, nato a Trieste, ha insegnato Lingua e Letteratura tedesca presso le Università di Trieste e di Torino. Ha ricevuto diverse lauree honoris causa e numerosi premi, tra i quali: Prix du meilleur livre étranger 1990, Premio Strega 1997, Premio Principe de Asturias 2004, Friedenspreis des Deutschen Buchhandels 2009, Premio FIL de Literatura en Lenguas Romances 2014, Kafka-Prize 2016. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo con Einaudi Il mito absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963), Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (1971); con Garzanti Danubio (1986), Un altro mare (1991), Microcosmi (1997), La mostra (2001), Alla cieca (2005), Lei dunque capirà (2006), Alfabeti (2008), Non luogo a procedere (2015), Tempo curvo a Krems (2019). Presso La nave di Teseo ha pubblicato Istantanee (2016), Polene. Occhi del mare (2019), Le toppe di Arlecchino. Esistono i colori? (2021).