Gian Antonio Cibotto (Rovigo, 1925-2017) si è sempre interessato di letteratura e teatro, alternando la narrativa alla saggistica. Dopo la laurea in giurisprudenza ha iniziato l’attività di giornalista e critico letterario e teatrale scrivendo per “il Resto del Carlino”, “Il Giornale d’Italia” e “Il Gazzettino”. Nelle sue opere ha sempre raccontato la sua terra natia, il Veneto, diventata una costante fin dall’esordio avvenuto nel 1954 con <em>Cronache dell’alluvione</em>. Della sua produzione successiva vanno ricordati: <em>La coda del parroco</em> (1958), <em>Scano Boa</em> (premio Latina, 1961), <em>La vaca mora</em> (premio Marzotto, 1964), <em>Stramalora</em> (premio Comisso e premio Napoli, 1982).
Ha diretto per anni il Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni e ha fatto parte della Giuria dei Letterati del premio Campiello, dalla prima edizione del 1963 fino al 1999. Presso La nave di Teseo è in corso di pubblicazione la nuova edizione delle sue opere.