Mario Almerighi (1939 – 2017), nato a Cagliari, entra in magistratura nel 1970. Componente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 1976 al 1981, è stato giudice istruttore a Roma dal 1983 al 1989, in seguito presidente di sezione del tribunale penale e presidente della quarta Corte d’Assise. È stato presidente dell’Associazione nazionale magistrati nel 1998, presidente del tribunale di Civitavecchia dal 2007 al 2012, presidente dell’Associazione “Sandro Pertini Presidente” e fondatore di “Isonomia”.
Nel 1974, da giovane pretore, porta alla luce lo scandalo dei petroli, definito la prima Tangentopoli. Ha indagato, tra l’altro, sulla morte di Roberto Calvi, rifiutando l’ipotesi del suicidio del banchiere, e sul sequestro Soffiantini, in cui perse la vita in circostanze mai chiarite l’ispettore di polizia Samuele Donatoni. Tra i fondatori del Movimento per la giustizia insieme a Giovanni Falcone, ha condotto alcune delle più importanti inchieste sul rapporto tra la politica e la mafia.
Tra i suoi libri, I banchieri di Dio. Il caso Calvi (2002), Petrolio e politica (2006), Tre suicidi eccellenti. Cagliari, Castellari, Gardini (2009), Mistero di stato. La strana morte dell’ispettore Donatoni (2010), Criminalità senza confini (2013, premio letterario Ri.P.Di.Co. – “scrittori della Giustizia”), La borsa di Calvi (2015). Ha curato la raccolta degli scritti di Sandro Pertini, La politica delle mani pulite (2012).