Affascinante, sempre elegantissimo, Bruno Alexander viaggia per il mondo arricchendosi a spese degli sventurati dilettanti che pensano di poter sfidare il suo ineguagliabile talento di giocatore di backgammon.
Spinto dal suo manager, pallido e vampiresco, Bruno arriva a Berlino dopo una serie di partite a Singapore, dove è accaduto qualcosa che lo ha sorpreso. Forse a causa dell’incontro con un suo volgare amico d’infanzia e la sua bollente fidanzata, o forse per una misteriosa macchia comparsa improvvisamente che gli impedisce di vedere con precisione il gioco, il suo infallibile intuito, capace di leggere nella mente del suo sfidante, sembra essersi inceppato. A Berlino la situazione non migliora affatto. Bruno continua a perdere al gioco; il flirt con una donna bionda, troppo bionda, non va a finire bene, la macchia cresce e la diagnosi medica è impietosa.
Bruno è costretto allora a tornare in California, dopo una vita passata all’estero, per affrontare un intervento chirurgico: la macchia, dopo avergli danneggiato la vista, rischia ora di ucciderlo. L’unico che può operarlo
è un chirurgo hippie, che ha messo a punto una tecnica sperimentale e che lo terrà sotto i ferri per nove ore ascoltando Jimi Hendrix a tutto volume.
Con questa operazione Bruno potrebbe riacquistare tutto il suo potere al gioco, ma a che prezzo? Sarà sempre lui? E l’America che gli si mostrerà davanti sarà la medesima che aveva lasciato e che ricordava? E una domanda inizierà a rincorrerlo: forse lui, giocatore d’azzardo, è stato “giocato” dalla vita e dai suoi modesti interpreti?
Jonathan Lethem, uno dei più grandi interpreti della letteratura americana contemporanea, torna con un romanzo diabolico, serrato, implacabile, e con un nuovo, indimenticabile e teneramente disorientato antieroe.