In Libano, in un villaggio dove le rocce hanno un nome, Kfaryabda, il narratore scopre il manoscritto di una Cronaca montanara, opera del monaco Elias, vissuto in quello stesso luogo alla fine del XIX secolo. Vi si racconta la storia mitica di un giovane, Tanios, della madre Lamia e dello sceicco Francis. Sullo sfondo, un popolo di signori e servi, di banditi e amanti.
Ambientato al tramonto di un’epoca favolosa, in cui tradizione e modernità iniziano a scontrarsi dando vita a miti e leggende, questo romanzo riesce a essere sia il racconto di un’epopea civile sia quello di una tenera storia d’amore.
Traduzione di Egi Volterrani.
Amin Maalouf è nato in Libano nel 1949 da una famiglia di letterati e giornalisti. Dopo gli studi universitari in Economia e Sociologia, si è trasferito a Parigi nel 1976. Il suo primo libro,
Le crociate viste dagli arabi (1989, nuova edizione La nave di Teseo 2020), è ormai un classico tradotto in moltissime lingue. Ha pubblicato inoltre i romanzi
Col fucile del console d’Inghilterra (1994, nuova edizione La nave di Teseo 2021),
Gli scali del Levante (1997, nuova edizione La nave di Teseo 2020),
Il primo secolo dopo Beatrice (2001),
Origini (2004, nuova edizione La nave di Teseo 2016),
I disorientati (2013),
I nostri fratelli inattesi (La nave di Teseo 2021) e i saggi
Identità assassine (1999, nuova edizione La nave di Teseo 2021),
Un mondo senza regole (2009),
Una poltrona sulla Senna (La nave di Teseo 2016) e
Il naufragio delle civiltà (La nave di Teseo 2019). Nel 1993 gli è stato conferito il premio Goncourt, nel 1999 il premio Nonino, nel 2004 il Prix Méditerranée, nel 2010 il premio Principe delle Asturie e nel 2020 il premio Malaparte e il premio internazionale Tiziano Terzani. Dal 2011 fa parte dell’Académie française, di cui è stato nominato segretario perpetuo nel 2023. Per
Il labirinto degli smarriti, in corso di traduzione in 8 paesi, ha ricevuto il Prix Vauban 2023.