Peter e Rebecca Harris sono una coppia di mezza età, sposati da oltre vent’anni. Vivono a New York e lavorano entrambi nel campo dell’arte, lui come gallerista e lei come direttrice di una rivista. Benestanti, realizzati, ben inseriti nella vita sociale newyorkese, proprietari di un appartamento in una zona prestigiosa, non hanno preoccupazioni se non il freddo rapporto con la figlia Bea, che vive a Boston. Ai più, comunque, la loro vita sembra perfetta, o perlomeno invidiabile. Qualcosa cambia quando il fratello di Rebecca, Ethan, conosciuto in famiglia come Erry (da Errore), si trasferisce a vivere a casa loro. Ethan ha ventitré anni, è giovane, bello, intelligente e problematico. Giura però di aver superato la sua dipendenza dalle droghe e spera di riuscire a combinare “qualcosa nel campo delle arti” a New York, per questo ha chiesto ospitalità alla sorella. Peter lo accoglie di malavoglia e solo per fare felice Rebecca, ma ben presto si rende conto che il giovane esercita su di lui un fascino nuovo, oscuro e pericoloso, tanto da spingerlo a mettere in discussione le fondamenta della sua vita.
Michael Cunningham, con il suo sguardo unico e la sua prosa inconfondibile, racconta, sullo sfondo della New York dell’arte ferita dalla crisi economica, la storia di una persona che si crede speciale ed è incredibilmente e dolorosamente normale, indagando le fragilità, le segrete aspirazioni, i sogni e le paure di un uomo che, alla soglia della maturità, deve fare i conti con se stesso.