Un giorno, un pulcino di gazza precipita dal nido ed entra nella vita di un giovane uomo, travolgendolo, sradicandolo e ridandogli radici. Ha pochi giorni, non sa cibarsi da sola, non sa volare, è solo un batuffolo di piume in divenire. Charlie e la sua compagna, Yana, la portano a casa, le danno un nome, Benzene, e lui s’improvvisa genitore, anch’egli creatura in divenire, come uomo e figlio.
Charlie ha un padre e un papà. Il primo, Heathcote, lo ha messo al mondo; il secondo, David, lo ha adottato, cresciuto, si è preso cura di lui. Ma troppo è rimasto in sospeso con il primo per poter vedere con chiarezza e accettare con spontaneità l’amore del secondo. In mezzo, anni turbolenti, instabili, accompagnati da droghe e ribellioni. E, sempre, il tentativo di Charlie di comprendere perché l’uomo che gli ha dato la vita, dopo pochi mesi se n’è andato, abbandonando lui e sua madre.
Con l’arrivo di Benzene, però, giunge anche il fardello della responsabilità: Charlie deve nutrirla, accudirla, insegnarle a volare, prepararla alla vita adulta. Seguono le gioie dell’attaccamento: affetto, protezione, fiducia. Ma anche la paura di non farcela, di non essere all’altezza. Non è forse questo il percorso di un genitore, di un padre quando un figlio viene al mondo? Ma se la paura dovesse prevalere sulla gioia? Sull’affetto? E se, oltre alla paura, ci fosse dell’altro?
Una fragilità psichica: per un figlio – Charlie – ereditata, e per un padre – Heathcote – provocata?
Benzene è un innesco, è la scintilla che dà inizio a un’esperienza fondamentale di trasformazione, di tentativo di comprensione, di accettazione. Perché entrambi, uomo e animale, imparino a prendersi cura di sé, a volare. Ad affrontare e accettare il distacco che li renderà pienamente indipendenti e completi.
Questa è una storia di padri e figli; di persone in grado di comunicare con gli uccelli, ma non tra di loro. È una storia di errori e fallimenti, di riparazioni e rinnovamento. Di abbandoni e ritorni. Di depressione e rinascita. È, in fondo, una storia d’amore.
Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra.