Giorgio de Chirico (Volos 1888- Roma 1978) è unanimemente considerato il maggior pittore italiano del Novecento e uno degli artisti europei più importanti dello scorso secolo. La sua pittura, ben conosciuta per alcuni periodi (la celeberrima stagione metafisica degli anni Dieci, l’epoca neoclassica e neoromantica degli anni Venti, gli anni Trenta, la neometafisica degli anni Sessanta), non è ancora stata indagata nel segmento cruciale degli anni Quaranta. È un momento di straordinaria vitalità nella ricerca dell’artista, che rientra in Italia nel 1939 con lo scoppiare della guerra e, dopo un breve soggiorno milanese e fiorentino, nel 1944 si stabilisce definitivamente a Roma. Nasce in questo periodo la sua pittura “barocca”, che dialoga con i grandi maestri del barocco europeo da Rubens a Van Dyck, ma anche con Raffaello, Ingres e molti altri. De Chirico scopre di quei maestri il segreto più nascosto, cioè l’uso di una “bella materia”, di una tecnica che esalta lo splendore della pasta pittorica. Guardando al Seicento e ritraendosi, in tutti i sensi, in vesti seicentesche, anticipa così il postmoderno. Vivacissimo è il suo repertorio tematico, che comprende ritratti, nature morte, paesaggi, temi mitologici e religiosi, omaggi a maestri antichi, rielaborazioni di propri soggetti precedenti.