Václav Havel ha segnato il corso del ventesimo secolo: intellettuale e artista diventato dissidente politico, ultimo Presidente della Cecoslovacchia unita e primo della nuova Repubblica Ceca, attivista per i diritti civili. Michael Žantovský, già portavoce di Havel e suo grande amico, ne racconta lo straordinario percorso a partire dalla gioventù a Praga, segnata dal colpo di stato comunista del 1948 che emargina la sua famiglia. Un isolamento che alimenta la sua carriera di saggista e drammaturgo, autore di commedie di feroce critica sociale. Dopo il coinvolgimento nella Primavera di Praga, le sue opere vengono censurate e il suo impegno gli vale cinque anni di carcere.
Politico coraggioso e visionario, protagonista in un’epoca di dubbi e contraddizioni, Havel rimane sempre fedele a se stesso come leader del movimento Charta 77 e in seguito della Rivoluzione di Velluto del 1989. Da capo di stato, prosegue la sua missione al servizio della democrazia in un’Europa che cerca la sua identità. Žantovský, testimone in prima persona di una vita straordinaria, costruisce il ritratto inedito di un leader e al tempo stesso il resoconto in presa diretta dei violenti cambiamenti che hanno dato forma al mondo in cui viviamo.
Traduzione di Lorenzo Matteoli e Andrea Terranova.