“Da quando ho lasciato il Libano nel 1976 per trasferirmi in Francia, mi è stato chiesto innumerevoli volte, con le migliori intenzioni del mondo, se mi sentissi ‘più francese’ o ‘più libanese’. Rispondo invariabilmente: ‘L’uno e l’altro!’ Non per scrupolo di equilibrio o di equità, ma perché, rispondendo in maniera differente, mentirei. Ciò che mi rende come sono e non diverso è la mia esistenza fra due paesi, fra due o tre lingue, fra parecchie tradizioni culturali. È proprio questo che definisce la mia identità.”
Partendo da questa semplice e apparentemente innocua domanda, in questo libro Amin Maalouf mette in discussione l’idea stessa di identità cui siamo abituati, analizza le passioni che suscita e i pericoli che può creare se utilizzata in modo improprio e non adeguatamente compresa. Con una scrittura chiara e precisa, questo saggio pone e sviluppa delle questioni importanti e sempre attuali con saggezza e lucidità, con preoccupazione e timore ma anche, e soprattutto, con speranza.
Traduzione di Fabrizio Ascari.
Amin Maalouf è nato in Libano nel 1949 da una famiglia di letterati e giornalisti. Dopo gli studi universitari in Economia e Sociologia, si è trasferito a Parigi nel 1976. Il suo primo libro,
Le crociate viste dagli arabi (1989, nuova edizione La nave di Teseo 2020), è ormai un classico tradotto in moltissime lingue. Ha pubblicato inoltre i romanzi
Col fucile del console d’Inghilterra (1994, nuova edizione La nave di Teseo 2021),
Gli scali del Levante (1997, nuova edizione La nave di Teseo 2020),
Il primo secolo dopo Beatrice (2001),
Origini (2004, nuova edizione La nave di Teseo 2016),
I disorientati (2013),
I nostri fratelli inattesi (La nave di Teseo 2021) e i saggi
Identità assassine (1999, nuova edizione La nave di Teseo 2021),
Un mondo senza regole (2009),
Una poltrona sulla Senna (La nave di Teseo 2016) e
Il naufragio delle civiltà (La nave di Teseo 2019). Nel 1993 gli è stato conferito il premio Goncourt, nel 1999 il premio Nonino, nel 2004 il Prix Méditerranée, nel 2010 il premio Principe delle Asturie e nel 2020 il premio Malaparte e il premio internazionale Tiziano Terzani. Dal 2011 fa parte dell’Académie française, di cui è stato nominato segretario perpetuo nel 2023. Per
Il labirinto degli smarriti, in corso di traduzione in 8 paesi, ha ricevuto il Prix Vauban 2023.