Domani mattina Samuel andrà a prendere la moglie e il loro primogenito al reparto maternità. Così, in quest’ultima notte di solitudine, all’alba di una vita che non sarà mai più la stessa, Samuel è inquieto e non riesce a dormire. Diviso tra esaltazione e angoscia, ricordando il passato e pensando al futuro, cerca di assumere il suo nuovo ruolo di padre, ma questa notte è infestata da molte storie che lo accompagnano da sempre nella vita. Quella della sua famiglia prima di tutte, ma, ancor di più, quelle che narrava la prozia, la favolosa Rosa, stabilitasi nel secondo dopoguerra in Texas dove allestì uno straordinario e rinomato cabaret. Le storie che Samuel si raccontava da bambino, quando con i cugini si travestiva da cowboy e giocava a cercare la prozia nel deserto di un’America fantastica, affrontando nemici immaginari. Quelle che Rosa, ormai ultima sopravvissuta ad Auschwitz, ha raccontato ogni sera nei suoi spettacoli. Tutte queste storie che Samuel condividerà con suo figlio, il bambino di ormai quarta generazione, nato mentre Rosa sta per dire addio al suo amato palcoscenico. Presto non ci saranno più testimoni da passare, ma resteranno il racconto e la finzione, capaci di svelare ciò che credevamo scomparso, di evocare l’indicibile ma soprattutto di impedire, da parte di chi nel vuol trarre vantaggio, di stravolgere il passato. Perché al cabaret dei ricordi, l’importante è non dimenticare mai.
In questo romanzo intimo, commovente, delicato e ironico, Joachim Schnerf costruisce una narrazione che riesce con leggerezza ad affrontare temi profondi, umani e universali come il rapporto con il proprio passato, il senso di appartenenza, l’abbandono e la morte.