“Il corpo è da sempre territorio d’indagine della ricerca artistica di Antonio Rezza. In questo romanzo, però, un corpo intagliato ad arte diventa oggetto d’indagine in senso stretto: quando un “maniaco”, facendo ritrovare per la città parti smembrate di una donna, sfida la Polizia in una lotta contro il tempo per salvare la sventurata. A capo dell’operazione è un commissario tormentato e irriverente, perseguitato dalle telefonate di una sorella in carrozzina; e dal senso di colpa che segue alla sua impossibilità a starle dietro (che sia per la contingenza del lavoro o per una precisa volontà di fuga da lei). Comincia allora una ricerca disperata e insieme esilarante, in cui a poco a poco la parola si svuota di significato e segue il ritmo dei significanti, in uno smembramento anche della forma. E del genere poliziesco, evidentemente, che a un certo punto assume i tratti del picaresco: ugualmente messo in discussione, poi, con la soluzione del giallo. Il risultato è un genere a sé. Il genere Rezza. Una prosa personalissima, capace in poche righe, con i suoi lampi, di sbalzare il lettore dal riso alla commozione e viceversa. Un turbine di frammenti in avvicendamento galoppante in cui si riflette continuamente quello che avviene in parallelo sul piano dei contenuti. Non solo il corpo della donna fatta a pezzi, ma anche quelli dei vecchi intanto posseduti carnalmente dal commissario, intenzionato a svelare un più alto mistero della morte proprio quando il corpo – appena prima di ridursi a carcassa vuota e inanimata – esprime il suo più acuto suono di vitalità.” (Francesca Serafini)