Il figlio ebreo

Per Daniel l’infanzia non è stata felice. Figlio di un padre autoritario, piccolo imprenditore nel settore degli elettrodomestici e militante comunista in segreto per sfuggire alle persecuzioni della dittatura argentina, e di una madre insicura, devota solo all’arte giapponese dell’ikebana e alle vaporose pettinature di moda, entrambi non sono in grado di comprendere quel figlio sensibile che soffre per l’arrivo della sorellina Claudia, detta Chuchi, né di gestire le sue continue richieste di attenzioni, spesso trasformate in capricci e ribellioni, che portano alle dolorose punizioni impartite dal padre a colpi di cinghia. Solo le storie, i libri e la letteratura sembrano a Daniel uno spazio sicuro dove rifugiarsi, anche se questa passione, che ben presto diventa assoluta, lo allontana ulteriormente dai genitori. Ma il tempo passa, e ora è il figlio a doversi occupare del padre anziano e malato. Nel farlo, scopre come il risentimento che provava per il genitore manesco, che per tutta la vita gli ha negato quel riconoscimento tanto agognato, pian piano svanisce. Quella barriera di incomunicabilità che li divideva si sgretola, rivelando un amore sofferto e doloroso.

In un ideale dialogo a distanza con Lettera al padre di Kafka, questo libro è una confessione potente e priva di pudore. Tra ricordi, aneddoti familiari e richiami letterari, è un racconto capace di essere tragico e divertente al tempo stesso, narrando l’infanzia senza idealizzarla.

Traduzione di Carlo Alberto Montalto.

Daniel Guebel

Daniel Guebel è nato nel 1956 a Buenos Aires, città dove ha sempre vissuto. È romanziere, autore teatrale, sceneggiatore e giornalista. Ha pubblicato più di venti libri, tra raccolte di racconti, romanzi e testi per il teatro. Il suo romanzo El absoluto si è aggiudicato il Premio Nacional de Literatura de Argentina, mentre Il figlio ebreo il premio della critica della Feria Internacional del Libro di Buenos Aires.