Il filo di mezzogiorno

Torna in libreria, in una nuova edizione curata da Angelo Pellegrino, il secondo romanzo di Goliarda Sapienza, rivelatasi due anni prima con Lettera aperta. Pubblicato per la prima volta nel 1969, Il filo di mezzogiorno precorre con straordinaria attitudine al futuro alcuni tratti dell’autofiction e del memoir, raccontando l’esperienza psicoanalitica vissuta dall’autrice dell’Arte della gioia dopo il periodo di depressione, sfociato in un tentativo di suicidio. Attraverso le parole che la protagonista rivolge al suo medico
– con cui instaurerà un rapporto intimo e appassionato –, ricostruiamo tutto il suo percorso: la partenza da casa, le pensioni di terza categoria, i corsi d’arte drammatica, la persecuzione fascista, la “follia” della madre, la difficoltà nei rapporti con l’altro sesso, l’amore devastante per Citto (“non facemmo la sciocchezza di sposarci ma il giuramento di restare insieme fino a quando l’amore ci avrebbe tenuti uniti”). Emerge da queste pagine una consapevolezza che è al tempo stesso personale e universale, una riflessione acuta e sensibile sulla condizione femminile, priva di ogni pregiudizio morale: la scoperta delle fragilità e delle paure, dell’amore, della vita.

Goliarda Sapienza

Goliarda Sapienza nacque a Catania da famiglia socialista rivoluzionaria. A partire dai diciassette anni visse a Roma, dove studiò all’Accademia di Arte Drammatica. Negli anni Cinquanta e Sessanta recitò come attrice di teatro e di cinema lavorando, tra gli altri, con Luchino Visconti (in Senso), Alessandro Blasetti e Citto Maselli. Al suo primo romanzo, Lettera aperta (1967), seguirono Il lo di mezzogiorno (1969), L’Università di Rebibbia (1983), Le certezze del dubbio (1987) e, postumi, L’arte della gioia (1998, 2008 e 2009), Destino coatto (2002), Io, Jean Gabin (2010), Il vizio di parlare a me stessa (2011), La mia parte di gioia (2013), le raccolte poetiche Siciliane (2012) e Ancestrale (2013), Elogio del bar (2014), Tre pièces (2014) e il romanzo Appuntamento a Positano (2015). In suo nome è stato istituito il premio letterario Goliarda Sapienza “Racconti dal carcere”.