Il mondo che ha fatto

In pochi anni uno scrittore dimentica tutte le parole, una dopo l’altra. Proprio lui che le parole, nei suoi libri, le aveva portate al massimo livello di precisione e vividezza, catturando la complessità tecnologica e sentimentale del nostro tempo.
Esiste qualcosa di più malinconico? La sorte di Daniele Del Giudice ha costernato tutti. La sua malattia ha mostrato che siamo vulnerabili anche nei nostri presìdi più intimi, dove ciò che facciamo coincide con ciò che siamo.
Roberto Ferrucci ha conosciuto Del Giudice da giovane, e l’ha frequentato fino alla fine. Fra loro c’erano undici anni di differenza.
Roberto è uno studente universitario, nel 1985 incontra Daniele poco più che trentenne, poco più che esordiente, in una libreria di Mestre. Da lì nasce l’amicizia che questo libro racconta. Daniele legge e postilla i primi racconti di Roberto, Roberto presenta in pubblico i libri di Daniele, Daniele riempie dei suoi scritti un sacco di plastica e li affida a Roberto, Roberto fa la tesi di laurea su Daniele, Daniele salva dalle acque il portafogli di Roberto, Roberto nel suo programma su Tele Capodistria intervista Daniele, Daniele e Antonio Tabucchi fanno scherzi a Roberto, Roberto sbobina le conversazioni audio con Daniele, Daniele diventa pilota aeronautico e vola con Roberto, Roberto va a visitarlo nella casa di riposo in cui il suo amico non lo riconosce perché lui stesso non si ricorda più di essere Daniele.
Questo commovente memoir dal montaggio romanzesco è scritto con il tocco delicato e inesorabile, così personale, a cui Roberto Ferrucci ci ha iniziato nei suoi libri. Parla di vita e di scrittura, di scrittura che dà forma alla vita, di vita che si vendica sulla scrittura.
(Tiziano Scarpa)

Roberto Ferrucci

Roberto Ferrucci è nato a Venezia (Marghera) nel 1960. Ha esordito nel 1993 con il romanzo Terra rossa. Nel 2007 ha pubblicato il romanzo Cosa cambia, rieditato nel 2021 con la prefazione di Antonio Tabucchi. Nel 2022 ha pubblicato il memoir Storie che accadono, incentrato sulla figura di Tabucchi, libro che con questo Il mondo che ha fatto forma un dittico. È il traduttore italiano di Jean-Philippe Toussaint. Scrive per i quotidiani di “Nordest Multimedia” e su la Lettura del “Corriere della Sera”. Dal 2002 insegna Scrittura creativa alla facoltà di Lettere dell’Università di Padova. Conduce laboratori di scrittura in Italia e Francia. Per Helvetia Editrice dirige la collana Taccuini d’autore.