Il rasoio di Beckham

Non moltiplicare gli elementi più del necessario, ammoniva il filosofo Guglielmo d’Occam con la tagliente metafora del rasoio. È un buon precetto per gli scienziati come per i narratori. Ma che succede quando si confonde il rasoio di Occam con quello di Beckham? Capita al personaggio d’uno di questi racconti, ed è un’inezia rivelatrice. Fra quiproquò e lapperlà, il fraintendimento fa da filo conduttore a tutta la raccolta. Dove le ginocchia d’una zia defunta vanno a tempo di charleston, le galline danno i numeri secondo la serie di Fibonacci e il centro dell’universo si trova sotto una stazione ferroviaria.

Mentre equivoci esilaranti coinvolgono maiali e tenori, cecchini in pensione e cantanti da balera, nonni psichedelici e guerrieri sull’orlo d’una crisi di nervi, la scrittura di Barbolini ci conduce con finta leggerezza in un viaggio ai confini della bêtise umana che tutti ci affratella. E nella bagarre generale si ride perfino dopo morti.

Roberto Barbolini

Roberto Barbolini è nato a Formigine (Modena) nel 1951. Ha esordito a “Il Giornale” di Indro Montanelli lavorando con Giovanni Arpino; è stato redattore culturale e critico teatrale di “Panorama” e attualmente collabora con “QN – Quotidiano nazionale”. Si è occupato di poesia erotica, di fantastico e di gialli. Ha pubblicato numerosi romanzi, saggi e raccolte di racconti, tra cui La strada fantasma (1991), vincitore del premio Dessì, Stephen King contro il Gruppo 63 (1998), Il punteggio di Vienna (1995), Piccola città bastardo posto (1998), Ricette di famiglia (2011), Provaci ancora Radetzky (2012), L’uovo di Colombo (2014), Nero Wolfe in via Pastrengo e altri incontri ravvicinati (2017).