Anni ottanta, nord della California. Gordon, leader carismatico di una setta new-age, riunisce attorno a sé personaggi anomali come Richard Fargo, sempre positivo e sorridente, e la sua nemesi Frank Boyd, un muratore perennemente incazzato; Doris Li, infermiera solo apparentemente masochista e di origine cinese; Antonio, l’italiano di Lodi appassionato di Bob Dylan; Steven Hardware, il barista che legge sempre; Susan, complice e amica di Gordon; Osvaldo, il libraio messicano; Stella, donna in carriera di Seattle; Rita, attrice porno che si esibisce in provincia. E molti altri.
È la Viners’ Brotherhood che sta prendendo forma come una cellula appena nata, in frenetica espansione. Gordon guida i suoi “studenti” verso la consapevolezza attraverso percorsi inusuali e predica il Ricordo di Sé anche se nessuno lo capisce no in fondo, e mai nessuno allo stesso modo. Quando annuncia l’arrivo di Bob Dylan, si scatena un’attesa infinita che sconvolge la comunità.
Droga, musica, filosofia, Gourdjieff, Goethe, rock and roll, sesso e meditazione. In poco tempo la Brotherhood diventa un’organizzazione religiosa quotata in borsa, un’entità tax-free, una cittadina agricola con terre e vigneti, strade, reception, ristorante, teatro, foresterie, magazzini agricoli e una grande cantina che esporta vini più o meno pregiati.
Agli inizi del nuovo millennio, all’apice del successo economico, scoppia però uno scandalo mediatico che mette in seria crisi non solo Gordon ma ogni singolo studente, ponendo tutti di fronte a una svolta inevitabile e a una profonda crisi di coscienza.
Un romanzo di grande scrittura, un tuffo dentro anni epocali, il ritratto di una generazione. Un libro di grande visione e di speranza che allo stesso tempo rischia a ogni capitolo di precipitare negli abissi della dannazione.