Il tempo del cinema, il tempo della vita

Edgar Reitz, uno dei fondatori del cinema d’autore tedesco, ha scritto la storia della settima arte con Heimat, in cui ha magistralmente intrecciato sullo schermo le sue esperienze personali con gli avvenimenti del Novecento. Nello stesso modo, in questa autobiografia Reitz rivive tra le pagine la sua infanzia negli anni Trenta, l’adolescenza durante la guerra, la ricostruzione nel dopoguerra, racconta di sé, un giovane attratto da luoghi lontani, negli anni di studio in una Monaco effervescente che gli apre un nuovo mondo culturale, fino alla nascita del Nuovo cinema tedesco, al grido di “Il cinema di papà è morto!”.

Reitz incontra scrittori come Günter Eich, frequenta protagonisti del cinema internazionale come Romy Schneider, Bernardo Bertolucci e Luis Buñuel, lavora con attori come Hannelore Elsner e Mario Adorf, e registi come Alexander Kluge e Werner Herzog.

Ripercorrendo questa vita straordinaria, Reitz si fa cronista del desiderio, un narratore sensibile che attraversa la storia tedesca ed europea fino ai giorni nostri, interrogandosi continuamente sul tema dell’appartenenza, e del distacco che inevitabilmente la accompagna. Una testimonianza unica che corre lungo un intero secolo, un’opera della memoria attraversata da un inesauribile amore per il cinema.

Traduzione di Matteo Galli.

Edgar Reitz

Edgar Reitz, nato a Morbach nel 1932, è ritenuto universalmente uno dei maestri del cinema tedesco contemporaneo. Regista e sceneggiatore, nel 1959 fonda con altri giovani cineasti un movimento per la rinascita del cinema del suo paese, che nel 1962 darà vita al celebre Manifesto di Oberhausen. La sua inclinazione alla riflessione storica e sociale si espande e si perfeziona, a partire dagli anni Ottanta, nel suo capolavoro, la monumentale saga di Heimat, in undici episodi. Ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia, la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale Tedesca, il premio onorario del Deutscher Filmpreis e la Berlinale Camera.