“Un canzoniere umile e a tratti silenzioso, composto in uno stato di felice e ritrovata solitudine; una solitudine quasi tutta meridionale, e perciò piena di luce, di forti contrasti – naturali ed emotivi – e soprattutto di vibrante memoria; una manciata di versi ispirati e motivati dalla disarmante bellezza del poco, dalla commozione e dal vivo stupore di fronte a un campo di ulivi, secolari, e prodigiosi, come sa essere la vita.”
Con queste parole l’autore descrive la sua prima raccolta lirica, un’opera che davvero raccoglie in sé – tra echi, citazioni esplicite e implicite, rimandi, suggestioni – un universo poetico che si vuole ampio, poroso, dilatato. Dalle atmosfere sospese di Luigi Ghirri alla poesia distillata di Eugenio Montale e Virginia Woolf, dai colori arsi di Vincent Van Gogh alla musica eterea di Claude Debussy: in queste poesie dal sapore antico, intimo, si registra una vicinanza – non scontata, faticosa, ma anche gioiosa – alla vita, alle piccole cose, e al dolore di ciascuno di noi.