“La scrittura è una forma di resa e resistenza, insieme, io vivo prendendo appunti,” afferma Cettina Caliò. Nella rarefatta e attenta brevità espressiva c’è l’infinità della definizione di un noi collettivo, un noi nella necessità del fiato, un noi in un costante andare e tornare “…a precipizio / nella magrezza del fiato.”
In questa nuova raccolta di poesie, Cettina Caliò conferma uno stile ormai inconfondibile e la cifra della sua ricerca: la capacità di tradurre la quotidianità viva dei giorni restituendo profondità e consistenza alle parole comuni. Attraverso l’indagine lucida, l’essenzialità delle immagini, l’accuratezza dei suoni e la misura del verso, l’autrice riesce a fare delle occasioni della vita metafora assoluta. In L’estremo forte degli occhi, così, si entra accompagnati da un’immagine lieve, e si impara per negazione nel “poco a poco” in rovina.