Un luminare della chirurgia sta per compiere una delicata operazione per ridare la vista ad Alberto Déravans, un miliardario rimasto cieco in seguito a un incidente stradale. Ma qualcuno non vuole che Dérevans torni a vedere, ed è disposto a tutto, anche a uccidere, per mantenere nel buio il suo segreto. La sua firma è una bambola dagli occhi cavati lasciata alla clinica dove dovrebbe svolgersi l’operazione. Quando un caso sembra chiudersi in un vicolo cieco, quando le piste scarseggiano e mancano indizi, è in quel momento che il capitano Sunder bussa alla porta dell’ufficio di Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston: la legge ha di nuovo bisogno di lui.
Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del Grand Prix de littérature policière nel 1968. Da questo romanzo Fernando Di Leo ha tratto nel 1969 l’omonimo film. Tutta l’opera di Scerbanenco è in corso di pubblicazione presso La nave di Teseo.