La freccia di Dio, pubblicato nel 1964 a sei anni di distanza da Le cose crollano e Non più tranquilli, rappresenta il completamento della “Trilogia africana” di Chinua Achebe, considerata universalmente il suo capolavoro.
Ezeulu è il sacerdote di una divinità che rappresenta l’unità dei sei villaggi di Ulmuaro. È un uomo capace di giudizio e anche di una certa diplomazia, ma la sua autorità sta pian piano venendo meno di fronte alla minaccia degli altri: i bianchi funzionari del nuovo governo coloniale inglese. Non crolla però la sua sicurezza: è una freccia nell’arco di Dio, di questo è sicuro, e forte di tale convinzione si prepara a guidare il suo popolo, no alla distruzione e all’annientamento, se sarà necessario.
Crudo e potente, La freccia di Dio è il ritratto indimenticabile della perdita della fede, della lotta fra la tradizione e il cambiamento, della convivenza di culture e religioni diverse, nel flusso inarrestabile di una storia che esonda dal tempo e dai continenti.
Chinua Achebe è nato in Nigeria nel 1930 ed è considerato uno dei maestri della letteratura africana. È cresciuto nel grande villaggio di Ogidi, uno dei primi centri della Missione Anglicana nell’est della Nigeria, e si è laureato presso l’University College, a Ibadan. La sua carriera radiofonica è stata interrotta bruscamente dalla rivolta nazionale, sfociata poi nella guerra del Biafra. Achebe è entrato a far parte del Ministero dell’Informazione del Biafra e ha rappresentato il paese in varie missioni diplomatiche e di raccolta fondi. È stato nominato Ricercatore senior presso l’Università della Nigeria e ha coperto cattedre di letteratura africana in varie università straniere, tra cui il Bard College e la Brown University. Chinua Achebe ha scritto più di venti libri tra romanzi, racconti, saggi e raccolte di poesie e ha ricevuto numerose onorificenze e lauree ad honorem in tutto il mondo. È stato insignito del più importante premio culturale nigeriano, il Nigerian National Merit Award. Nel 2007 ha vinto il Man Booker Prize per la narrativa. È morto nel 2013.