Quanti cittadini sanno che sessantuno miliardi dovuti al Sud vengono ogni anno regalati al Nord? Si tratta del più grande furto di stato mai conosciuto nella storia recente della Repubblica italiana. I numeri di questa operazione verità, certificati dalle principali istituzioni economiche e statistiche nazionali, fanno tremare vene e polsi, e permettono legittimamente di chiedersi se l’Italia esista ancora.
Sapete a quanto ammonta la spesa per infrastrutture nel Mezzogiorno? Lo 0,15% del PIL, praticamente è stata azzerata. C’è un treno ad alta velocità ogni venti minuti tra Milano e Torino e nemmeno uno alla settimana da Napoli a Bari o da Napoli a Reggio Calabria. Per gli aiuti alle famiglie in Campania arrivano trenta milioni, in Veneto duecento, in Lombardia duecentocinquanta. La regione Piemonte spende per i suoi servizi generali nettamente di più di quanto spendono tutte insieme Campania, Puglia e Calabria. Intanto al Nord c’è un insegnante ogni dieci studenti, mentre al Sud gli studenti sono venti per ogni professore.
La grande balla vi conduce in un lungo viaggio nelle piccole grandi patrie dell’assistenzialismo, che non sono al Sud, ma tutte al Nord. La politica si è abituata da vent’anni a togliere investimenti al Sud per soddisfare le pretese dei questuanti di turno, sistema- re gli amici degli amici nel coacervo di enti pubblici proliferati con la spesa facile. Tutti collocati nelle ricche regioni del Nord.
La verità (amara) è che chi credeva nell’integrazione tra Nord Italia e Nord Europa, e nel teorema “il Mezzogiorno seguirà”, ha sbagliato tutto. L’unica integrazione possibile è quella tra Nord e Sud Italia, per poter competere ad armi pari nell’arena globale.
Un’inchiesta esplosiva sulle vere cause, e le vere responsabilità, di un’Italia divisa in due, che si fa la guerra invece di unire le forze. La questione meridionale come non l’avete mai vista.