La fotografia, fin dalla sua nascita e dai primi esperimenti col dagherrotipo nell’Ottocento, è stata circondata da un alone magico, unico mezzo capace di riprodurre la realtà e fermare il movimento. Dalla pratica alchemica degli esordi, quando i fotografi erano piccoli chimici alle prese con sali d’argento e fosforo, l’immagine fotografica ha conquistato l’attenzione di artisti e filosofi, via via accusata di rubare l’anima ai soggetti ritratti o di sostituire l’esperienza della realtà con un duplicato posticcio. Si è arrivati così fino agli eccessi della società tecnologica di oggi, che ha visto il moltiplicarsi delle fotocamere, ormai incluse nei cellulari che abbiamo sempre con noi, e il proliferare compulsivo della fotografia di massa, che apparentemente nega il valore stesso dell’immagine, quello di essere un mezzo per scoprire l’invisibile. Da uno dei più grandi critici e divulgatori della fotografia, un percorso accessibile, vivace e completo all’evoluzione di una delle arti più influenti e discusse dell’ultimo secolo.
“Italo Zannier è nato quando la fotografia aveva 95 anni e avrà 100 anni quando la fotografia ne avrà 195. È dunque il testimone di una storia che è cresciuta con lui, uscendo dalla cronaca. E lui ha contribuito a renderla gloriosa, per come ci ha mostrato il volto vero del mondo.”
Vittorio Sgarbi