È l’alba del 23 giugno a Lignano. Giannuzzo Masetta giace disteso sulla spiaggia, morto da diverse ore, con un coltello accanto. Così lo trova Gertrude Leuter, una giovane turista tedesca in vacanza nel vicino campeggio. La donna conosceva bene Giannuzzo, un uomo soltanto all’apparenza innocuo. Dopo aver gettato in mare quel coltello così minaccioso, Gertrude parte precipitosamente per la Germania: teme di essere accusata dell’omicidio, perché avrebbe avuto diversi motivi per ammazzare Masetta. Ma quello che più la spaventa è un dettaglio che ha notato sulla sabbia, accanto al cadavere. Chi ha ucciso Giannuzzo? Il ragazzo ha un passato poco limpido e molti possibili nemici: una donna sedotta e abbandonata, diversi creditori, un uomo venuto dal sud per un regolamento di conti. Anche gli innocenti come Gertrude mentono, o tacciono. Ciascuno ha un motivo per nascondersi. E così, inevitabilmente, al primo segue un secondo omicidio. Protetto da una rete di omertà, l’assassino attende con pazienza che passi la tempesta, ma la sabbia di Lignano non può non ricordare.
Torna in libreria un giallo dimenticato di Giorgio Scerbanenco, ambientato nel 1960, in cui il maestro del noir italiano gioca con il lettore, lo depista, lo inganna, lo abbaglia, sulle tracce di un colpevole che sembra scomparso tra le onde del mare.
«Spesso i critici si interrogano sulle origini dello Scerbanenco noir, dopo che per tanti anni era stato quasi esclusivamente autore di narrativa sentimentale. Penso che questo romanzo sia una pietra miliare del suo percorso. Qui ha già compreso che un crimine ci sa raccontare chi siamo quanto, e forse meglio, di una storia d’amore.» – Dalla prefazione di Cecilia Scerbanenco