Uscito nel 1968, questo libro si inseriva nel vivo del dibattito sullo strutturalismo – la teoria che più dominava la temperie culturale di quegli anni e che sembrava (ad alcuni) consegnare il Senso, il sapere, la cultura a nuovi destini metafisici, astratti e indifferenti alle specificità della storia. Umberto Eco, ripercorrendone le varie correnti, assume in questo studio magistrale una difesa dello strutturalismo in chiave metodologica, contro ogni abuso e degenerazione “ontologica”, e così facendo lascia intravedere quale sarà la sorte dell’ondata strutturalista, le sue potenzialità e il suo destino.
Tradotto subito in molti paesi, La struttura assente ha suscitato un vivace dibattito, dimostrando – fin dal 1968 – la vocazione al contempo filosofica e analitica di Eco, che continuerà sempre a muoversi tra problemi di struttura e problemi di interpretazione.