L’arte dell’esperienza è una riflessione necessaria sulla funzione pubblica dell’attore, ossia sull’importanza della rappresentazione dell’esperienza umana. È un libretto d’istruzioni che spiega in modo semplice e diretto i meccanismi intimi e filosofici che legano interprete, personaggio e spettatore. Rappresentare l’esperienza umana tramite la recitazione non è utile solo per divertirci o appassionarci con quello che vediamo su un palco in teatro, o su uno schermo, non è d’interesse collettivo solo come specchio emotivo e identitario, cosa che d’altra parte, già di per sé, sarebbe sufficiente. L’esperienza della recitazione può essere anche un potentissimo strumento didattico e pedagogico. Recitare aiuta ad acquisire competenze emotive fondamentali. Gli attori sono operai delle emozioni; i loro strumenti, i loro mattoni, sono i sentimenti umani e l’alfabetizzazione emotiva – imparare a conoscere, riconoscere e gestire le nostre emozioni e quelle altrui – è il primo passo per recitare bene, ma anche per risolvere gravi urgenze sociali come bullismo, discriminazioni, violenza di genere e razzismo.
“Per l’originalità con cui tratta l’esperienza dell’attore con la doppia competenza di attore e filosofo.” Michela Marzano dalla motivazione per l’assegnazione del secondo premio InediTo – Colline di Torino per la saggistica.