“Mio caro Franco quanto ci siamo divertiti! Sorrido sempre quando ti penso, e ti penso tanto, anche a distanza di trent’anni. La vita la possiamo governare ma fino a un certo punto, e ho sempre pensato che sia stato il destino, senza programmi, senza pianificazione ad averci fatto incontrare. Abbiamo riso, lavorato, riso, faticato, riso, fatto le notti, riso, viaggiato e riso ancora, perché senza quelle risate, senza quel- la leggerezza, che non è mai diventata superficialità, tutto quello che c’è stato quando eravamo assieme e tutto ciò che ho imparato quando non c’eri più non sarebbe stato possibile. Con te ho scoperto che la passione per un certo tipo di lavoro può diventare il significato di una vita, è stata capace di identificarmi, di darmi la forza per essere ciò che sono stata in tutti gli anni a venire, con te ho imparato che nulla è per sempre ma che tutto può germogliare, che piantare un seme, un dubbio, una contraddizione, un apparente errore in qualsiasi sistema consolidato come era la moda degli anni ottanta poteva diventare il piccolo vetro di un caleidoscopio che ha saputo riflettersi all’infinito in tutti questi decenni. L’impronta che tu ci hai e mi hai lasciato ha contraddistinto tutta la mia carriera, le riflessioni e le pianificazioni manageriali hanno spesso lasciato il passo alle scelte di cuore, a ciò che era giusto fare al di là di tutto, perché la pancia e il cuore hanno la verità. La verità poi, chissà qual è stata la nostra verità, so che questo libro forse non renderà giustizia a te e a me, ma era giusto farlo, era giusto mostrare ciò che abbiamo costruito assieme, mostrare come si è evoluto, come l’ho portato avanti per altri vent’anni. Di te si è parlato tanto, ma alla fine si è parlato poco, e questo libro vuole essere un omaggio a noi, alla nostra complicità, al nostro passaggio di testimone, ai nostri principi e alle nostre risate.” (Rossella Jardini)