Accanto alla maggioranza silenziosa dei defunti quieti esistono gli Spettri, timidi, complicati, immateriali, e gli Zombi cannibali, mossi da feroci intenzioni di rivalsa; a queste due specie appartengono gli scrittori morti che non si danno pace e tornano con l’intenzione di promuovere la pubblicazione postuma dei loro manoscritti ignorati o rifiutati. Una giovane, fragile donna, responsabile per la narrativa italiana in una grande casa editrice, diventa la vittima delle loro attenzioni. È il punto di partenza di una storia ricca di allucinazioni e stranezze. Il mito del libro impossibile, somma di tutti gli altri e autobiografia dell’umanità in cui ognuno può riconoscersi, è il vero fantasma e il cuore di I manoscritti dei morti viventi.
Giovanni Mariotti ha conferito alla sua invenzione il carattere di un racconto “di genere”, tra fantaeditoria e momenti di puro horror. Infettata dalla letteratura, che agisce come virus o droga, la protagonista va incontro a quella che, su un piano sociale, equivale alla perdizione e alla rovina ma, su un piano più generale, è una delle tante vie di fuga dalla vasta e asfissiante costruzione ideologica che chiamano “realtà”.