Nel 1968 usciva per il piccolo e raffinato editore Apollinaire questo libro, scritto dal senese Cesare Brandi, uno tra i più grandi intellettuali e storici dell’arte italiani del Novecento. Non una storia della città né una guida, ma una splendida sintesi di scritti letterari e di viaggio, che parla d’arte, di architetture cittadine, di alberi e colline, di storia, di umanità. Un libro dove ogni pagina rivela tutta la facondia della parola di Brandi scrittore e non accademico, e che in una sorta di peregrinazione poetica sa dar vita ad animali, piante, chiese, le piccole costruzioni contadine dei trulli, le cime di rapa e i muli martinesi, ricreando un mondo antico e reale, così vivido da renderlo familiare anche a chi non ci è mai stato.
A distanza di trent’anni dalla morte del grande storico dell’arte questa edizione, arricchita dalle lettere fra Brandi e l’operatore culturale tarantino Antonio Rizzo, ci restituisce il dietro le quinte di tutta l’operazione, i ritardi e le ottusità dei potentati locali, i salti mortali del tarantino per agevolare il professore senese, rivelandosi alla fine uno spaccato del ricco mondo culturale del meridione dal primo dopoguerra a quel Sessantotto di svolta che avrebbe cambiato la storia del nostro Paese.