Natura vicina e lontana

“L’umanesimo – che in modi diversi ha dialogato con la natura, ha cercato di interrogarla, di evocarla, di sentirla partecipe o estranea, trovandola muta o piena di voci, indifferente o solidale – in questo nostro confuso presente è chiamato a farsi carico dell’ambiente. Non un umanesimo che pretenda di affermare la preminenza e il potere dell’uomo sulla terra, ma un umanesimo fragile, che sappia confrontarsi con l’alterità della natura e insieme con la fraternità per il vivente, col valore della vita non giustificata: un umanesimo che metta al centro l’uomo perché solo a esso tocca la responsabilità della rovina e della salvezza, di se stesso e del mondo.

Del resto, nel suo percorso storico, seguito di scorcio in questo libro, l’umanesimo non è stato quasi mai trionfale padronanza sul mondo, esibizione di virtù conquistatrice. Nei suoi esiti maggiori è stato animato da un determinante senso di contraddizione: non solo in Petrarca, Alberti, Machiavelli, Ariosto, Rabelais, Montaigne, Shakespeare, Cervantes, ma anche negli sviluppi dell’illuminismo, nella sua fervida speranza nel miglioramento dell’umanità. Se poi le speranze della ragione illuministica sono state schiacciate dal dispiegarsi di una ragione strumentale, dalla sua riduzione a tecnica, da un suo esercizio come strumento di dominio, di conquista, di distruzione, quella ragione ha continuato ad animare ogni esperienza di libertà e di autenticità, ogni forma di resistenza umana e culturale, ogni apertura verso la possibilità di una vita migliore, giusta e, se possibile, felice.”

Giulio Ferroni

Giulio Ferroni, professore emerito della Sapienza di Roma, è autore di studi sulle più diverse zone della letteratura italiana (da Dante a Tabucchi) e dell’ampio manuale Storia della letteratura italiana (1991 e 2012). Numerosi i suoi studi sulla letteratura del Cinquecento, tra cui Mutazione e riscontro nel teatro di Machiavelli (1972), Le voci dell’istrione. Pietro Aretino e la dissoluzione del teatro (1977), Il testo e la scena (1980), Machiavelli o dell’incertezza (2003), Ariosto (2008). Su questioni di teoria i volumi Il comico nelle teorie contemporanee (1974), Dopo la fine. Sulla condizione postuma della letteratura (1996 e 2010), I confini della critica (2005). Molti i suoi interventi, anche “militanti”, sulla letteratura contemporanea, in parte raccolti in Passioni del Novecento (1999). Ha diretto il volume sulla Letteratura della serie Treccani Il contributo italiano alla storia del pensiero (2018). Presso La nave di Teseo sono usciti L’Italia di Dante. Viaggio nel paese della Commedia (2019), vincitore del Premio letterario internazionale Viareggio Rèpaci 2020 (sezione Saggistica) e del Premio letterario internazionale Mondello 2020 (sezione Opera critica), e Una scuola per il futuro (2021).