Trovare rifugio

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Alexandre S., alias Papà, fondatore del partito La Famiglia, è un tipo amabile e sempre ben vestito. Propugna un’idea di società conservatrice ma tecnofila e, dopo aver vinto le elezioni del 2027, ha instaurato in Francia una “tirannia dolce”. Non una dittatura provocata da un colpo di Stato, piuttosto un regime autoritario voluto e votato dai cittadini, stanchi delle élite e spaventati da epidemie, guerre, crisi economica e terrorismo. In questo clima di tensione in cui paura, populismo e conformismo dominano la società, Sacha e Mina, filosofo e scrittore lui e insegnante alla Sorbona lei, dopo aver subito prima gesti intimidatori e poi minacce dirette, decidono di fuggire dal paese con la loro bambina Irene. Alla ricerca di un luogo sicuro e protetto, vogliono raggiungere il monte Athos, in Grecia, dove Sacha aveva vissuto brevemente in gioventù. Cercano rifugio in uno dei luoghi più sacri dell’Occidente, approfittando dell’ospitalità concessa ai pellegrini nei monasteri fortificati, sfidando il divieto che fin dall’XI secolo proibisce alle donne di accedere alla sacra penisola. Sono inseguiti dagli uomini di Papà e Mina, per aiutare Sacha e Irene a mettersi in salvo sul monte Athos, sparisce senza preavviso: è decisa a scoprire perché Papà ce l’ha con loro ed è pronta a tutto pur di proteggere la sua famiglia.

Un romanzo sul rapporto tra un padre e una figlia, su come la spiritualità e il silenzio possano darci rifugio nelle situazioni peggiori, ma anche sui segreti che sanno nascondere persino le persone che pensiamo di conoscere meglio.




Christophe Ono-dit-Biot

Christophe Ono-dit-Biot è nato a Le Havre nel 1975. Ha pubblicato sette romanzi tra cui In Birmania (2008), Credere al meraviglioso (2018) e Immersione (2018), vincitore del Gran Premio dell’Académie Française e del Premio Renaudot des lycéens.