Può apparire incredibile, ma ci fu un tempo in cui i giornali si facevano senza computer, senza mail, senza cellulari. Eppure erano giornali creativi, ricchi di servizi, battaglieri, pensati e scritti benissimo, e venduti in centinaia di migliaia di copie. Bei tempi. Erano i tempi d’oro del nostro giornalismo, quello che coincide con la diffusione e il larghissimo uso delle macchine da scrivere portatili: dal 1950 (anno in cui l’Olivetti progetta la mitica Lettera 22) ai primi anni ‘90 (quando i pc entrano nelle redazioni). Un’epoca segnata dalla nascita di testate “rivoluzionarie”, sia per la grafica sia per l’impostazione del lavoro (Il Giorno ad esempio), che giocarono un ruolo fondamentale nella battaglia delle idee (Il Giornale, la Repubblica, il Manifesto…). Tutte offrendo un’informazione pluralista accompagnata da un livello eccezionale di scrittura. Come dimostrano le grandi penne che battevano sui quei piccoli tasti, scrivendo pezzi di tutti i “generi”: la “nera” di Dino Buzzati, la cronaca di costume di Camilla Cederna, la polemica politica di Guareschi o Montanelli, le inchieste di Bocca e Biagi, le interviste ormai storiche di Oriana Fallaci, i reportage di Goffredo Parise, la cronaca culturale di Mario Soldati, l’impegno “corsaro” di Pier Paolo Pasolini, l’epica sportiva di Gianni Brera o Beppe Viola. Attraverso i contributi di storici, critici e giornalisti (Franco Contorbia, Sara Calderoni, Giuseppe Lupo, Stefano Salis, Mauro Gervasini, Tony Damascelli) e un’antologia dei pezzi più belli delle “grandi firme”, il volume diventa la testimonia di una stagione straordinaria che ancora può offrirci suggerimenti (prima di tutto la qualità della scrittura) particolarmente utili in un momento come l’attuale in cui la carta stampata vive una delle sue crisi più profonde.
La mostra “Piccoli tasti, grandi firme”, ospitata al Museo civico Pier Alessandro Garda di Ivrea, è stata inaugurata il 31 maggio e rimarrà aperta fino al 31 dicembre 2019.
Il catalogo, edito da La Nave di Teseo, si può trovare in vendita nel bookshop della mostra e in libreria.