Povertà, in America

Negli Stati Uniti, uno dei paesi più ricchi del mondo, vivono più poveri che in qualsiasi altra democrazia avanzata. Perché? Com’è possibile che la nazione dell’abbondanza, da sempre considerata una terra di opportunità, permetta che a un bambino su otto manchino i beni di prima necessità? Come mai migliaia di cittadini vivono e muoiono per strada, mentre le aziende pagano stipendi da fame?

È il risultato di una società che sfrutta i più poveri, riducendo i loro salari e costringendoli a pagare cifre insostenibili per una casa e per accedere al credito, di un paese che ha scelto di far crescere la ricchezza invece di alleviare la povertà, progettando uno stato sociale che offre di più a coloro che hanno meno bisogno.

A partire dalla parabola americana, il premio Pulitzer Matthew Desmond affronta un tema che tocca tutti noi, che accettiamo una società in cui chiunque bbia delle risorse economiche è disposto a tutto, consapevolmente o inconsapevolmente, per difendere il proprio status quo. La vera lotta alla povertà, dimostra Desmond, si realizza soltanto con uno spirito di appartenenza collettivo, che alimenti una prosperità condivisa e duratura.

Povertà, in America affronta in modo nuovo un problema urgente, che riguarda non solo l’economia e lo sviluppo mondiali, ma prima ancora la libertà e il futuro delle comunità in cui viviamo.

Matthew Desmond

Matthew Desmond è professore di Sociologia all’Università di Princeton. Dopo un dottorato nel 2010 all’Università del Wisconsin, si è unito all’Harvard Society of Fellows in qualità di Junior Fellow. È autore di quattro libri. Le sue ricerche riguardano soprattutto la povertà in America, la vita nelle metropoli, la precarietà abitativa, la politica pubblica, l’ineguaglianza razziale e l’etnografia. Ha ottenuto il MacArthur “Genius” Fellowship, il Premio American Bar Association’s Silver Gavel e il Premio William Julius Wilson Early Career. Nel 2016, è stato inserito nella lista dei 50 americani più influenti nel dibattito politico nazionale dal “New York Times”. Per Sfrattati è stato insignito nel 2017 del Premio Pulitzer e di numerosi altri riconoscimenti.