Nanda e io. I miei anni con Fernanda Pivano

«Aveva un braccio al collo, ma sentiva che il mondo le dava ancora ascolto. Rivolse come sua abitudine lo sguardo oltre il soffitto alla ricerca delle parole e mi dettò senza dubbi o esitazioni un articolo che rivelava il fallimento dei suoi sogni, ma non dell’entusiasmo di chi quei sogni ancora li aveva. Diceva che negli spazi sotto la luna, dove quei ragazzi avevano parlato di fiori e fatto l’amore, qualche anno dopo si era finiti a parlare di come far arrivare l’acqua calda nelle soffitte. Si era finiti a parlare di rinunce e del pericolo dei sogni. Del prezzo del petrolio e delle armi. Poi Nanda mi guardò negli occhi. “La storia la fate voi ragazzi con i vostri capelli lunghi, figli di puttana che non siete altro!” A lei, che i beat li aveva conosciuti molto bene, non restava che augurare a noi, nuova generazione di giovani sconsolati, di fare almeno qualcuna di quelle azioni libertarie.»

È con dolcezza e grandissima stima che, in queste pagine, Enrico Rotelli racconta Fernanda Pivano: lo fa in qualità di suo assistente – lo è stato dal 2004 – ma soprattutto con la veemenza di un giovane non ancora trentenne che, di fronte a un futuro incerto, sogna l’avventura della rivoluzione e della letteratura. È stato al suo fianco negli ultimi anni, aiutandola nella stesura dell’opera forse più importante di tutte: la sua autobiografia. E ora, in questo toccante memoir che ha il sapore di un romanzo di formazione, rivive quegli anni, i viaggi, gli incontri con i migliori geni di un’epoca passata ma non per questo perduta, anzi sempre viva e vibrante di generazione in generazione, e compone così il ritratto – intellettuale e profondamente umano – di una delle figure più autentiche e dirompenti della letteratura italiana.




Enrico Rotelli

Enrico Rotelli collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera con articoli sulla letteratura statunitense per i quali ha ricevuto il premio Amerigo 2020. È stato assistente di Fernanda Pivano di cui, tra gli altri, ha curato i volumi Diari 1917-1973 e Diari 1974-2009 ed è coautore dei libri autobiografici di Valentina Cortese Quanti sono i domani passati, da cui è tratto il film premio Nastro d’Argento Diva!; di Carla Fracci Passo dopo passo, da cui è tratto il film Carla; di Paola Turci Mi amerò lo stesso, da cui è tratto il monologo teatrale omonimo e di Gillo Dorfles, Paesaggi e personaggi. Per anni ha seguito i progetti editoriali della Fondazione Fabrizio De André. Ha inoltre tradotto Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald.