Il cane che parla. Un’indagine di Arthur Jelling

“Deve essere difficile per il vero colpevole sfuggire alle vostre investigazioni. Può non aver lasciato alcuna traccia materiale, ma voi cercate invece quelle morali e finite per trovarlo.”
Un treno che frena all’improvviso. Uno sparo dal nulla. Un cadavere che chiede giustizia. Giorgio Scerbanenco trasforma la più classica delle situazioni del mistero in un giallo dall’esito imprevedibile, una prova perfetta per l’abilità deduttiva di Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston promosso investigatore sul campo. Il suo talento per le indagini dovrà affrontare le convenzioni e le invidie di un gruppo di passeggeri che appartengono al mondo dell’editoria: sono giornalisti, scrittori, critici letterari, sempre in competizione l’uno con l’altro e ora tutti sospettati e testimoni al tempo stesso.
“Un romanzo alla Agatha Christie: qui, Poirot sarebbe perfetto, altrettanto a disagio nei locali dei bassifondi del nostro Jelling. Il personaggio di Fiorella Garrett, con la sua vivacità e intelligenza, dà a tutta la storia un tono brillante e mondano, inserendo in una vicenda bostoniana le rivalità, le tensioni, le manie del mondo letterario milanese anni ’40. Si potrebbe persino fare un gioco, e provare a indovinare chi fossero nella realtà i protagonisti del romanzo.”
Dalla prefazione di Cecilia Scerbanenco

Giorgio Scerbanenco

Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del Grand Prix de littérature policière nel 1968. Da questo romanzo Fernando Di Leo ha tratto nel 1969 l’omonimo film. Tutta l’opera di Scerbanenco è in corso di pubblicazione presso La nave di Teseo.