Il saggio Moni Ovadia tiene una lezione sull’ebraismo a Dario Vergassola e lui, da buon ligure, risponde e interpreta. Scopre di essere, per affinità, molto più vicino agli ebrei di quanto credesse in precedenza.
Il cinismo caustico di Vergassola si lega allo humour tutto yiddish di Ovadia producendo uno scambio dal ritmo serrato in cui si demoliscono luoghi comuni con un’ironia disarmante.
Così i due autori affrontano questo viaggio che, da dentro le pieghe dell’umorismo, arriva a parlare di attualità e antisemitismo, di intolleranza, razzismo, Olocausto, del bisogno di confini e del loro superamento: nato su un palcoscenico in occasione dell’omonimo spettacolo teatrale, questo libro racconta di come l’incontro fra due mondi diversi, quello della filosofia di Moni Ovadia e della comicità di Vergassola, possa dare vita a una riflessione pungente, necessaria, fondamentale e su come, nella società in cui viviamo, alla disperata ricerca di differenze si possa rispondere, magari ridendo, con una carrellata di cose che abbiamo in comune.
Dario Vergassola nasce in Liguria, è comico e cantautore. Ha partecipato a numerosi programmi televisivi e pièce teatrali. Si avvicina al mondo dello spettacolo da giovane, partecipando a Professione Comico, manifestazione diretta da Giorgio Gaber: ottiene sia il premio del pubblico che quello della critica. Del 2014 è il suo primo romanzo
La ballata delle acciughe.
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Autore di una vastissima produzione teatrale, discografica e libraria, ha pubblicato, tra gli altri,
Speriamo che tenga,
L’ebreo che ride,
Ballata di fine millennio,
Vai a te stesso,
Contro l’idolatria,
Perché no? L’ebreo corrosivo,
Lavoratori di tutto il mondo, ridete,
Il conto dell’Ultima Cena,
Shylock. Prove di sopravvivenza (per ebrei e non),
Madre Dignità e
Il coniglio Hitler e il cappello del demagogo.