Philip Vaton, un grande attore ormai sul viale del tramonto, vive barricato in casa con i familiari, terrorizzato da quotidiane minacce di morte che indicano con precisione la data, il luogo e l’ora del suo assassinio. Le indagini sono affidate ad Arthur Jelling, un timido archivista della polizia di Boston con la passione per i dettagli che non tornano e l’ambizione di dare la caccia ai criminali. Il primo romanzo giallo di Giorgio Scerbanenco battezza un personaggio che ha fatto la storia della letteratura: svelto d’intuito come Hercule Poirot e attento alla natura umana come Maigret, Arthur Jelling stringerà il cerchio attorno al colpevole imparando a dubitare di tutti, anche di se stesso.
Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del Grand Prix de littérature policière nel 1968. Da questo romanzo Fernando Di Leo ha tratto nel 1969 l’omonimo film. Tutta l’opera di Scerbanenco è in corso di pubblicazione presso La nave di Teseo.