L’esplosione del movimento del «metoo» ha causato soprattutto una cosa: ha fatto nascere un discorso sugli abusi e sulla sessualità che non può più essere interrotto. Perché le domande restano. Che immagini e concetti plasmano le nostre idee di piacere e avversione? Come si può smascherare e impedire la violenza? Come si realizzano strutture e norme in cui devono rientrare uomini, donne e tutte le persone nel mezzo? Cosa viene taciuto? Come si fa a rendere possibili il piacere e la sessualità nelle loro innumerevoli sfumature – senza disambiguazione? In Sì significa sì, originariamente concepito come monologo teatrale per la Schaubühne di Berlino, interrogandosi sulle proprie esperienze, sulle abitudini sociali, su musica e letteratura Carolin Emcke mostra quanto sia complicato, ancora, il rapporto tra sessualità e verità.
Traduzione di Lucia Ferrantini.