Il tennis è forse lo sport che ha ingaggiato i duelli più riusciti con la letteratura.
Da Nabokov a Foster Wallace, generazioni di scrittori hanno contribuito a costruire l’immaginario di uno sport unico, elegante e popolare al tempo stesso, emozionante
e silenzioso, rovente e glaciale come i suoi campioni: McEnroe e Borg, Lendl e Chang, Agassi e Sampras, Nadal e Federer, Djokovic. Da questa constatazione, nasce l’idea di un’antologia di racconti sul tennis.
Smash ruba il titolo a uno dei gesti più spettacolari, liberatori, definitivi del tennis, la schiacciata. Ma trattiene tutta la dolcezza, l’arguzia, la sottile ironia di una volée smorzata. E libera anche l’implacabile precisione di un passante ben assestato.
Tutti questi movimenti, e altri ancora, così rappresentativi dell’idea di tennis, si animano grazie alla personalità di quindici scrittori tra i più rilevanti del panorama letterario italiano che danno vita a un fiorilegio di temi sorprendentemente coerente e unitario: rimbalzano, infatti, da un autore all’altro, da un testo all’altro, elementi biografici – l’infanzia, la paternità, il dover crescere e il dover essere –, le sconfitte e le vittorie che costellano ogni esistenza, ma anche la giocosità e l’irruzione del desiderio e dell’eros. Smash è un libro di cui non vorremmo mai sentire dire “Gioco. Partita. Incontro”.