Vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2021.
Il sessantacinquenne Saleh Omar è un mercante di mobili di Zanzibar, richiedente asilo in Inghilterra. Come un Sindbad dei giorni nostri, Saleh lascia una terra dove il genio del male si è incarnato in governanti ladri pronti a ogni forma di moderna violenza politica: campi di concentramento, armi e uno stuolo di cortigiani. Al suo arrivo a Londra, all’aeroporto di Gatwick, Saleh mostra un visto non valido, rilasciato in patria da un suo parente e acerrimo nemico, Rajab Shaaban Mahmud. A Saleh è stato consigliato di fingere di non capire una parola di inglese, per cui l’assistente sociale che ha preso in carico il suo caso si trova costretta a chiedere la consulenza di un esperto di kiswahili, uno dei dialetti dell’Africa orientale: per ironia della sorte, l’interprete è Latif Mahmud, il figlio di Rajab, l’avversario di Saleh. L’uomo ha tagliato ogni ponte con la sua famiglia di origine dagli anni ’60, quando ha chiesto asilo come rifugiato in Inghilterra, dove vive nella nostalgia della sua terra. Saleh si trova ora faccia a faccia con Latif in una cittadina inglese sul mare. Entrambi rifugiati, con un’origine e un destino ad accomunarli.
Traduzione di Alberto Cristofori.