La storia di una vita e di due anime strettamente intrecciate fra loro: quella di una madre nevrotica e possessiva e di un figlio che le sacrifica la propria esistenza. Un rapporto tormentato, fatto di ricatti, rimorsi, slanci di ribellione, ambizioni frustrate e di un amore smisurato e difficile da accettare. Con una scrittura raffinata, questo romanzo segue i due personaggi in una spirale di rinunce e sentimenti, di manipolazioni e tenacia: una storia che avvolge e affascina come le spire di un serpente.
Fausta Garavini, studiosa di letteratura francese, ha insegnato presso l’Università di Firenze. È autrice della traduzione integrale dei
Saggi di Montaigne e di una vasta produzione critica. Dal 1972 è redattrice di “Paragone” e ha collaborato con altre riviste tra cui “Nuovi Argomenti” e “Littérature”. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui
Gli occhi dei pavoni (1979, Premio Mondello per la migliore opera prima),
Diletta Costanza (1996, finalista al Premio Viareggio),
In nome dell’Imperatore (2008, finalista al Premio Viareggio e al Premio Bagutta),
Diario delle solitudini (2011, Premio Vittorini),
Storie di donne (2012, finalista al Bagutta),
Le vite di Monsù Desiderio (2014, Premio Campiello – Selezione giuria dei letterati, Premio Manzoni per il romanzo storico). Per l’insieme della sua attività ha ricevuto il Premio Tarquinia – Cardarelli 2014. Con La nave di Teseo ha pubblicato
Il tappeto tunisino (2018) e curato i
Racconti ritrovati di Anna Banti (2017), per La Tartaruga ha tradotto
Memorie del conte di Gramont di Anthony Hamilton (2020).