Abbas non ha mai raccontato a nessuno del suo passato: di quanto accaduto prima di imbarcarsi in Africa come marinaio d’alto mare, prima di incontrare la sua futura moglie Maryam a Exeter, prima di iniziare con lei una vita tranquilla assieme ai loro figli, Jamal e Hanna. Ora, all’età di sessantatré anni, Abbas è costretto all’afasia a causa di un ictus, e teme di non poter più confessare il segreto che ha sempre portato con sé. Jamal e Hanna sono cresciuti, lasciando i genitori e spiccando il volo verso il mondo. Nati entrambi in Inghilterra, non riescono comunque a scrollarsi di dosso un senso di estraneità al paese in cui si trovano. Hanna, che ha deciso di togliere la H dal suo nome, è andata a vivere col suo ragazzo, ma la famiglia bianca di lui non manca di farle notare la sua differenza. Jamal, affascinato fin da bambino dai racconti delle vite degli altri, si trasferisce in una casa per studenti e rimane stregato da una giovane donna dagli occhi azzurri, e dalla sua complessa storia. La malattia di Abbas costringerà entrambi a un ritorno tra le mura di casa, alle ombre del padre e all’irrequietezza della madre Maryam che, nel forzato silenzio del marito, sembra aver finalmente ritrovato sé stessa.
Il premio Nobel Abdulrazak Gurnah racconta l’esperienza dell’immigrazione senza retorica, in un romanzo intenso sull’appartenenza, sull’importanza del perdono e del dialogo. Una storia che scava nei segreti di una famiglia per mostrare quanto è importante comprendere il passato per capire chi siamo veramente, e chi abbiamo davvero di fronte.
Traduzione di Alberto Cristofori.