Un gatto attraversa la strada

Comisso-un-gatto-attraversa-la-strada

Un contadino sospettoso ai limiti della nevrosi, un uomo vecchio e stanco che si abbandona alle poche parole gentili di una ragazza su un treno, un ragazzino geloso della cugina più grande cui è stato affidato. E poi un “idilliaco” villaggio di montagna in cui si verificano misteriosi suicidi, interminabili pomeriggi di pioggia affogati nell’alcol e in avventure erotico-sentimentali
senza pretese…
In questo volume, premio Strega 1955, che prende il titolo dal ventiduesimo racconto della raccolta, Giovanni Comisso rappresenta con sguardo disincantato e anticonformista un microcosmo, un’umanità presa dalla strada, le sue ambizioni raramente soddisfatte, la fatica del vivere e gli inaspettati momenti di felicità.
Dopo Gioventù che muore e Gente di mare, continua la ripubblicazione dell’opera di Giovanni Comisso a cura di Paolo Di Paolo.

“I personaggi, rubati al vero dal poeta-reporter in un’Italia ancora contadina del secondo dopoguerra, entrano – camuffati, anonimi – in quadri di quotidianità in cui lampeggia quasi sempre un dettaglio allarmante. Il carattere dei luoghi, la loro anima hanno qualcosa di magico e calamitante.”
Paolo Di Paolo





Giovanni Comisso

Giovanni Comisso è nato a Treviso nel 1895. Dopo gli studi classici si arruola volontario, partecipando alla Prima Guerra Mondiale e all’impresa di Fiume. Rientrato dal fronte, prosegue gli studi a Genova e poi a Siena; si laurea in Legge, ma abbandona presto l’attività da avvocato, per lavorare come libraio a Milano e successivamente come mercante d’arte a Parigi, dove ha un lungo sodalizio con il pittore De Pisis e con lo scultore Arturo Martini. Prolifico scrittore e giornalista, ha vinto il Premio Bagutta con Gente di mare (1928), il Premio Viareggio con Capricci italiani (1952) e il Premio Strega con Un gatto attraversa la strada (1955); ha viaggiato in Italia e all’estero come inviato speciale, collaborando con “Solaria”, “L’Italiano”, “Il Mondo” e i quotidiani “Corriere della Sera”, “Il Giorno” e “Il Gazzettino”. Muore nel 1969 a Treviso, che gli intitolerà dieci anni dopo l’omonimo Premio letterario.